Il Passaporto Elettronico

Ci sono due cose in cui l’Italia si distingue nel mondo: le brillanti soluzioni tecnologiche e come riusciamo a trasformare delle ottime idee di business in fallimenti, ritardi, episodi di inverosimile inefficienza applicativa.

Uno di questi casi è il Passaporto Elettronico, impostoci prima dagli Stati Uniti per garantire l’identificazione  dei viaggiatori tramite fotografia digitalizzata ed impronte digitali memorizzate in un chip RFID, e successivamente adottato da normative UE.

Oggi il Passaporto Elettronico è praticamente un must per uscire dall’Area Schengen, dove invece ci si muove liberamente con la nostra cara, vecchia e sdrucita carta di identità cartacea, si proprio quella con la fotografia che si scolla.

I fatti in pillole:

– Siamo partiti non per primi ma comunque oltre cinque anni fa con il progetto. Come? Chiedendo agli USA un rinvio dei termini per accettare i viaggiatori italiani sprovvisti di PE alle loro frontiere, questo il primo passo.

I primi passaporti elettronici emessi in Italia erano una vera e propria bufala: non avevano nessun componente elettronico integrato. La sola differenza con il vecchio passaporto è stata l’introduzione della fotografia stampata a getto d’inchiostro invece che incollata. I falsari hanno impiegato pochi giorni a cambiare la tecnica per falsificarli.

– Come riportato da vari articoli della stampa nazionale ed internazionale, i Passaporti Elettronici tedeschi ed inglesi con tecnologia RFID sono stati immediatamente clonati (il Sole 24 Ore, 7 agosto 2006) (The Guardian, 17 novembre 2006).

– Bene, non solo brutte notizie, così sembrerebbe: nel 2007 l’Italia aveva un Passaporto Elettronico tra i più sicuri al mondo! Non furono chiacchiere, in seguito a verifiche dell’ICAO presso l’Istituto Poligrafico, la scelta di acquistare i chip RFID da una società italiana, la GEP di Arzano, portò il nostro PE ad essere tra i migliori al mondo (intervista al Responsabile Marketing del Poligrafico).

– Dalle stelle alle stalle. Tra scandali dovuti agli approvvigionamenti tramite appalti taroccati e fornitori dissennati, l’AD del Poligrafico Ferruccio Ferranti nonostante sia già stato indagato quando era a.d. in Consip (nel 2005, per turbativa d’asta!),  si sia conquistato la poltrona grazie alle sue relazioni con Gianfranco Fini, è stato recentemente privato delle deleghe relative ai documenti elettronici, a favore del Presidente Mazzei.

Piovono ricorsi al TAR ed interrogazioni parlamentari sul Poligrafico come non era mai successo fin ora. Nel marzo 2010, ancora sperimentale in 30 prefetture, la situazione che sembrava sbloccarsi, è rientrata in un vero pasticcio all’italiana, come correttamente riprtato dal “Mondo”, con l’articolo Passaporto Elettronico nel Caos senza trascurare alcun particolare.

– Perché? Depauperato il Permesso di Soggiorno Elettronico dal suo elemento di sicurezza più efficace, dopo aver annegato e mai salvato il progetto della Carta di Identità Elettronica, il PE italiano è a stento in fase di avvio … ma è oggi il più ridicolo esempio di documento sicuro al mondo.

– Dato che i favori del Poligrafico sono da sempre ricaduti sulla Siemens, dalla quale si acquistano chip per carte di identità e permessi di soggiorno, ma la Siemens non è più ammessa a certe gare per averne taroccate troppe, così fu che partecipo Fujitsu (partecipata da Siemens al 50%).

Naturalmente, ennesimo scandalo. Macchinari non funzionanti, passaporti avariati (250.000), e chip cinesi!!!

Come si fa a garantire la sicurezza del territorio e del documento più importante in Italia con dei microchip RFID cinesi ?

Semplice! Vince la gara europea una società tedesca, Fujitsu, che compra i chip in Cina e li installa in un foglio di carta (inlay) dotato di antenna che poi va inserito nella copertina del passaporto. L’oggetto acquistato non è il chip ma l’inlay, che è prodotto nella UE, quindi, tutto regolare.

Buon viaggio e… occhio a non farvi rubare il passaporto … o l’identità!!!

  1. Carlo D.
    21 marzo 2011 alle 12:15

    e’ tutto alquanto scandaloso, avevo sentito la storia dei chip cinesi. Non solo costano così poco che partecipare ad una gara con quelli è della serie “ti piace vincere facile?” ma la sicurezza poi non è garantita, anzi i cinesi sono noti tra i più grandi taroccatori del mondo…
    Eppure il passaporto non costa di meno …
    Saluti
    Carlo D.

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